Recentemente un veterinario argentino del Bioparque de Temaikén ha lanciato l’allarme per le troppe tartarughe marine che, da quelle parti, muoiono dopo aver ingerito sacchetti di plastica, scambiandoli per meduse fluttuanti in acqua.
Sono venuto a conoscenza del problema durante una conferenza sulla gestione dei rifiuti cui ho appena partecipato nella Pampa, a centinaia di chilometri dal litorale e da allora ho continuato a circolare tra i miei pensieri causandomi non poca tristezza. Chiaramente, il pianeta in cui viviamo è testimone di numerose e ben peggiori atrocità, ma il fatto che una creatura bella, pacifica, innocua ed ingenua possa morire soffocata per un’idiozia facilmente evitabile è difficile da accettare.Utilizzando la metafora della busta di plastica e la tartaruga il quesito che mi son posto è stato questo: quante esperienze positive in campo non profit si interrompono per l’incapacità di individuare le risorse più adatte al loro sviluppo?
Il terso settore e la crisi economica
Il terzo settore naviga in brutte acque e le risorse economiche (soprattutto quelle provenienti dagli enti pubblici) sono molto limitate rispetto anche a pochi anni fa. Occorre diversificare: accanto alle tradizionali entrate nel budget occorre inventare nuovi percorsi. Sicuramente raccogliere fondi tra i privati è importante, così come lo è buttare un occhio all’Europa, investire in una maggiore qualificazione dei propri operatori e nella tessitura di una rete di relazioni adeguata alle nuove esigenze.
Secondo il nostro punto di vista, però, troppo spesso la risposta che molte organizzazioni non profit danno alla crisi economica consiste nella chiusura di servizi, la rinuncia a progetti, il tentativo di restare a galla limitando al minimo investimenti che sarebbero necessari per continuare a lavorare. Si continua a limitare la propria “alimentazione” alla domanda di sempre più esigui fondi pubblici, e a questo non si accostano strumenti alternativi.
L’innovazione come soluzione alla crisi economica nel settore non profit
Forse sarà complicato far quadrare i bilanci nel breve termine, ma a lungo termine (neanche troppo lungo se si agisce in modo corretto) un comportamento del genere paga sicuramente e permette di schivare le velenose meduse di plastica che ci nuotano attorno.