Assistendo ad alcune partite di calcio e notando la presenza sulla maglia dei giocatori non del classico sponsor ma del marchio di importanti organizzazioni attive nel campo non profit come UNICEF e Save the Children la domanda è sorta in modo spontaneo: quanto vale il marchio di un’organizzazione non profit?
Trovare una risposta non è semplice, ma il fatto che prestigiosi club calcistici rinuncino alle entrate derivanti dalla pubblicizzazione del proprio sponsor per porre invece il logo di organizzazioni per la tutela dei diritti dell’infanzia, fa riflettere. Evidentemente il ritorno in termine di immagine supera di molto l’entrata economica che un semplice sponsor potrebbe assicurare.
Cercando di allargare il campo e applicarlo all’ambito del Web, quali sono le possibilità di un’organizzazione non profit di ottenere visibilità dai grandi gruppi attivi per la Rete? Non si tratta di semplice responsabilità sociale di impresa, ma di una simbiosi perfetta tra gli obiettivi del non profit e le esigenze del privato. Il primo può dare visibilità al proprio brand; il secondo può accostare la propria azione a quella di chi opera per il bene comune, stimolando le simpatie di molti.
L’importanza del brand per le organizzazioni non profit
Il punto che vogliamo evidenziare qui, però, è un altro e vale soprattutto per le piccole associazioni e cooperative che sono più radicate sul proprio territorio e meno note al grande pubblico. Il consiglio di Baleia è quello di valorizzare la propria identità sul proprio campo d’azione, diffondendo il proprio marchio e collaborando con le imprese più sensibili e vicine. La capacità di approfittare al massimo della propria rete, cercando di allargarla e consolidarla, è una dote di grande valore per una piccola realtà del sociale.
L’UNICEF è stampata sulle mitiche uniformi del Barcellona; la nostra associazione potrebbe essere essere visibile sul sito della libreria o del cinema di quartiere o impressa nei cataloghi dell’azienda che ci fornisce la cancelleria.