AIDS: campagna di UNESCO e L’Oréal contro i pregiudizi

L’infezione da virus HIV è ancora un’emergenza mondiale, nonostante il fatto che 30 anni dopo la comparsa del virus nel 1981 il numero mondiale dei contagi sia in calo e sempre più persone ricevano la terapia antiretrovirale, indebolendone gli effetti e allungando la speranza di vita dopo il contagio.

Ciò che preoccupa di più è che l’AIDS non è più legata a categorie specifiche di persone. Oggi il problema riguarda tutti, indipendentemente dallo stile di vita e dalle proprie abitudini.

Per questo portare avanti campagne di sensibilizzazione efficaci e innovative, come quella che vi presento in questo articolo, continua ad essere importante.

AIDS: i numeri sono ancora preoccupanti

Si stima che dal 1981 il numero di vittime abbia superato i 30 milioni di persone e secondo i dati dello European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), l’Italia si posiziona ancora tra i paesi europei che hanno un numero medio-alto di nuove infezioni da HIV.

A partire dal 1987 il primo dicembre di ogni anno è la giornata dedicata alla lotta contro l’Aids e secondo i dati di alcune agenzie ONU (Organizzazione mondiale per la sanità, UNICEF e UNAIDS), i nuovi contagi da HIV sono scesi da 3,1 milioni nel 2001 a 2,7 milioni nel 2010.

La percezione del rischio è però ancora troppo bassa. Le donne sono esposte al rischio del contagio e quindi più vulnerabili. Il 70% delle donne viene infettato da un partner stabile, mentre il 76% dei maschi contrae il virus durante un rapporto occasionale.

Si è registrato un lieve aumento delle diagnosi fra i giovani maschi, specie fra coloro che vivono in una coppia omosessuale. Si sottolinea, inoltre, come il dato del 76% indica l’uomo come “portatore” della malattia all’interno della coppia eterosessuale.

Sensibilizzare con le campagne per sradicare i pregiudizi sull’AIDS

Far calare questi dati è importante, come lo è lavorare per sradicare lo stigma e il pregiudizio nei confronti dei malati di AIDS. Spesso i pregiudizi verso le persone sieropositive, sembrano essere più forti del buon senso e comportano forti ripercussioni sull’andamento dell’epidemia e sui costi sociali ed economici per arginarla e combatterla. I programmi di sensibilizzazione e comunicazione possono dare un contributo enorme alla lotta contro l’AIDS.

Tra le tante esperienze vi voglio proporre una campagna realizzata in Brasile (paese in cui negli anni passati sono stati fatti passi estremamente positivi nella lotta all’AIDS) da L’Oréal insieme all’ UNESCO. La campagna, che si chiama Cabeleireiros para contra a AIDS (Parrucchieri contro l’AIDS) vuole sensibilizzare le persone nei confronti delle persone malate di AIDS ed è iniziata nel 2001.

Nel 2011 viene realizzato questo bel video che utilizza strumenti innovativi nella trasmissione del messaggio, mettendo al centro uno storytelling di qualità e in netto contrasto con l’immagine negativa spesso veicolata da molte campagne di lotta all’AIDS di vecchio stampo.

Lola, la bella ragazza protagonista del video, racconta con delle frasi sulle magliette che indossa, come può essere eliminata la distanza che separa le persone e abbattere i pregiudizi tra una persona “sana” e una “malata”. Lola dice al mondo: “Io sono positiva all’HIV” o “Tu mi puoi toccare” o ancora “Io posso lavorare come te” e lo dice con il suo bel sorriso, da persona integrata o integrabile nella società.

“La discriminazione non può essere la soluzione” conclude Sipo, la persona che introduce Lola nel video e che lavora al programma fin dal 2001.

Cosa ne pensate voi? Avete degli esempi da segnalarci? Ciao a tutti e alla prossima e, come sempre: “Seguiteci su Twitter @baleiaorg!!”

Giovanni De Angelis

Giovanni De Angelis - Project Management Professional certified with great entrepreneurial attitudes. Deeply interested in issues related to sustainable development and technological innovation for non-profit.

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