Social networks, fundraising e campaigning possono camminare insieme con l’obiettivo di sostenere le cause del nonprofit. Lo sappiamo fin troppo bene, ormai. Vi proponiamo perciò un’intervista a Enrico Senes, Responsabile Fundraising e Comunicazione della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro (FPRC), al quale abbiamo chiesto, tra le altre cose, di raccontare ai lettori del BaleiaBlog l’interessante esperienza del #tweetsolidale in atto proprio in questi giorni. Buona lettura!
Leggi ora! →Seo e web marketing
Un paio di giorni fa pensavo: “Perché le organizzazioni non profit dovrebbero avere un blog?”. All’inizio mi è sembrata una domanda banale ma pensandoci bene non lo è affatto e ho deciso di dedicare un post alla questione. Del resto gli stessi responsabili delle organizzazioni non profit con cui quotidianamente ho a che fare mi guardano con aria interrogativa quando gli propongo l’apertura di un blog. Tuttavia il tema dei blog non profit non è banale per due semplici motivi. Il primo è che la grande maggioranza delle organizzazioni non profit in Italia non ha un blog. E questo è vero soprattutto per le piccole e medie organizzazioni (quindi la quasi totalità), quelle più radicate sul territorio e meno attive nell’etere. Da un lato ci sono poche risorse a disposizione; dall’altro manca il capitale umano per stimolare l’innovazione; infine, credo che l’investimento nella comunicazione e nel marketing sociale non sia ancora un elemento strutturale della cultura del non profit italiano. Il secondo motivo è che il blog resta lo strumento di comunicazione e networking più potente che si possa trovare in rete nonostante nascita e diffusione dei social networks. Al contrario, i social media hanno dato vigore e nuova estensione
Leggi ora! →Un sito ben organizzato sarà un sito capace di attrarre più visite. Molti professionisti SEO lo sanno bene e sanno che i motori di ricerca (e in primo luogo Google) percepiscono positivamente la distanza di una pagina Web dalla pagina index del sito. Ma i motori di ricerca non sono tutto. O meglio: i motori di ricerca basano gli algoritmi che permettono di produrre le SERP, le pagine contenenti i risultati delle ricerche fatte dagli utenti, sull’esperienza umana. Questi algoritmi (di cui il più famoso è senza ombra di dubbio il Google Pagerank) sono elaborati tenendo in considerazione numerosi elementi. L’organizzazione del sito, la sua struttura e l’equilibrio tra le sue diverse sezioni sono solo un aspetto dell’intrigata rete di variabili che un SEO deve considerare. Ma è un aspetto assai delicato, che è ispirato dal comportamento delle persone davanti ad un sito: a seconda di come è organizzata la struttura del sito possono variare il traffico, la frequenza delle visite e, di conseguenza, la percentuale dei visitatori “nuovi” e “di ritorno” del sito stesso.
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